È un Comune da più di 13mila abitanti a 30 chilometri da Roma, degli scavi in questa zona hanno dimostrato l’esistenza di una città d’origine preromana. Data la sua vicinanza alla capitale, è stato un insediamento importante del Lazio con un discreto sviluppo demografico ed economico negli anni recenti. Nello sport si è distinto il calciatore Tommaso Maurizi. Ex attaccante di Frosinone, Ternana e Piacenza tra le altre, ha militato in Serie C1 e C2 per diverse stagioni, vincendo da titolare nel 1985-86 la Coppa Anglo-Italiana ai danni del Pontedera, mentre nel 1993-94 con i suoi 21 gol nel Campionato Nazionale Dilettanti si laurea capocannoniere del girone. Nel 1999 viene ingaggiato dal Genzano Calcio a 5, allenato dal fratello Agenore Maurizi, con cui vincerà scudetto e Coppa Italia prima del ritiro agonistico, per diventare direttore sportivo.
Il calcio come grande passione
«In zona il Real Vis Artena è un punto di riferimento dei monti Lepini, una realtà consolidata che ha 450 ragazzi tra agonistica e scuola calcio» afferma Alberto Cimini, responsabile della comunicazione del club. «Nasce dalla fusione tra la Vis Artena e il Real Montefortino. La Vis ha una storia lunga fatta di tanti anni in Serie D e un professionismo sfiorato appena tre anni fa, che per un paese con 13mila abitanti sarebbe stato un risultato incredibile. Pochi anni fa ci siamo uniti con il Real rinunciando al titolo di Serie D per dare vita a questo nuovo progetto e attualmente giochiamo in Prima Categoria» conclude Cimini.
Il museo del rugby
«Abbiamo la collezione più ampia al mondo di oggettistica originale, cioè utilizzata e poi donata dai giocatori o dalle società direttamente a noi». Lo dice Corrado Mattoccia, presidente della fondazione “Fango e Sudore” che gestisce il museo di Artena dedicato alla palla ovale. «Abbiamo aperto nel 2012 a Colleferro e dal 2017 ci siamo trasferiti qui. Pensate che nel museo degli All Blacks sono 150 le maglie originali esposte, noi qui ne abbiamo 3000!
Ovviamente ci mancano i loro trofei (ride, ndr) ma abbiamo una partnership con la Nuova Zelanda proprio perché riconoscono il valore del nostro lavoro, che ricordo è su base volontaria. Tra le tante maglie storiche abbiamo la prima maglia ufficiale dell’Italia del 1929 oppure quella del match preolimpico contro la Germania nazista. Hitler voleva inserire il rugby ai Giochi, sicuro di vincere, ma dopo la sconfitta con l’Italia rinunciò. La fondazione» conclude il presidente «aiuta oltre 100 bambini, anche con disabilità importanti, ad affacciarsi a questo sport meraviglioso con cui noi siamo cresciuti e che continuiamo e continueremo ad amare».