Comune del Lazio da quasi 50mila abitanti, in questi luoghi sono state rinvenute tracce di insediamenti pre-romani. Da sempre settore periferico della vicina e antica Anzio, entrambe furono parte dello Stato romano. Nettuno ha vissuto una storia lunga e travagliata, e nello sport si distingue per diverse attività: la principale senza dubbio è il baseball, ma in zona vengono praticate una varietà ampissima di discipline, dagli sport di squadra a quelli individuali come il nuoto o le arti marziali.
La passione per il baseball
In seguito allo sbarco di Anzio, datato 22 gennaio 1944, gli angloamericani riuscirono a prendere il controllo della zona iniziando il processo che portò alla Liberazione. Una volta stanziati in queste zone gli americani mostrarono ai nettunesi un gioco, per loro, totalmente nuovo: il baseball. Per come viene vissuto qui, è un vero e proprio stile di vita, riscuote un successo incredibile ed è al centro della vita cittadina. Nettuno, nella sua storia, si è aggiudicato 17 Scudetti e per 7 volte è stato campione d’Europa. Uno dei giocatori, tra i tanti, che è partito da qui è Giuseppe Mazzanti: 19 stagioni a ‘casa’. In carriera conta 120 presenze in Nazionale e la vittoria dell’Europeo 2010 oltre a 2 scudetti, due coppe europee, 2 Coppe Italia e 2 titoli Mvp dei campionati italiani conquistati in carriera con i club.
Le parole del direttore sportivo
«Qui a Nettuno ho giocato tantissimo, dal 1994 al 2013. Abbiamo vinto 3 volte la Coppa dei campioni, 3 scudetti oltre a 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe europee e 2 Coppe Ceb, che sarebbe l’Europa League». A parlare è Leonardo Mazzanti, cugino di Giuseppe con cui ha condiviso tante soddisfazioni e oggi direttore sportivo del Nettuno Baseball 45. «Quando sono sbarcati gli americani prima giocavano direttamente in spiaggia, poi si sono spostati a Villa Borghese e hanno costruito il primo campetto» racconta «poi da Nettuno il baseball si è diffuso in tutta Italia. Noi, essendo i capostipiti, siamo sempre stati competitivi, negli anni ’90 Nettuno è stata la squadra più vincente d’Europa. Avevamo un’amicizia con gli Indians Baseball di Cleveland, ci fornivano le casacche e ci chiamavamo Nettuno Indians, ma negli anni questo rapporto speciale si è raffreddato».
Progetti futuri
«Le società qui sono cambiate abbastanza spesso negli ultimi di tempi ma da quando grazie al presidente Massimiliano Zazza abbiamo rilevato il club c’è stata un po’ di stabilità» prosegue Mazzanti. «Il lavoro del direttore sportivo qui ha molte sfumature. Partiamo da una base solida, perché tanti dei ragazzi che vivono qui hanno talento e si allenano fin da piccoli, ma il mio ruolo è trovare dei ragazzi dall’estero che possano darci una mano. Noi puntiamo tutto sui giovani: abbiamo dei giocatori di 17 anni che già giocano in Serie A. Le qualità ci sono, ma noi abbiamo un vivaio che mette al centro la crescita e lo sviluppo a tutto tondo. Lo scudetto qui manca da troppo tempo, era il 2001» continua il direttore «siamo sempre stati competitivi al massimo, ci auguriamo di tornare ad esserlo il prima possibile. Vogliamo tornare a riempire lo stadio come in passato, l’atmosfera di certe serate era davvero infuocata e riuniva tutto il paese. Speriamo di rivivere presto serate come quelle, io le ho vissute e mi mancano».
Nettuno e il calcio: i traguardi di Bruno Conti
Da Nettuno è partito un calciatore dalle qualità straordinarie, Bruno Conti. Ha dedicato la sua carriera Alla Roma, indossando la maglia numero 7 per sedici stagioni. Con i giallorossi ha vinto il secondo scudetto della società nel 1983, a distanza di 41 anni dal precedente, e 5 volte la Coppa Italia. Nell’84 i capitolini riuscirono ad arrivare in finale di Coppa dei Campioni, giocandola in casa ma perdendo ai rigori per mano del Liverpool.
Bruno Conti ha incantato per anni con la sua tecnica sia sui campi della Serie A, campionato in cui vanta oltre 300 presenze e 47 gol, sia con la maglia della Nazionale, con cui nel 1982 si è laureato Campione del mondo in Spagna. Dal 2017 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. Dopo il ritiro ha continuato la carriera nella Roma, diventando dirigente per il settore giovanile. Quando era un bambino fu scartato in un provino dall’Inter di Herrera perché “troppo basso” e questo alimentò i dubbi che aveva su quale sport praticare tra il calcio e il baseball, come sappiamo attività in cui Nettuno primeggia: a distanza di tempo, bisogna riconoscere al giovane Bruno Conti che la scelta è stata saggia anche in tenera età.